La chimica è di moda, la terza prova non più…

Da quando esiste il nuovo indirizzo Sistema Moda – Tessile, abbigliamento e moda, vi ho sempre insegnato Chimica, al Setificio di Como, così come in precedenza la insegnavo sull’estinto corso di Tessitura (la prima volta, occasionalmente, nel 1988. Sigh).

Tre anni fa, in vista degli esami di stato, avevo raccolto in un volumetto pdf una serie di spiegazioni e discussioni degli esercizi di verifica svolti in classe. Un eserciziario, come si usava tanto tempo fa, e forse potrebbe essere il caso di riprendere se davvero cerchiamo le competenze e non solo il nozionismo.

Da quando ormai tutti gli studenti hanno dimestichezza col web (o almeno non sono più credibili se spergiurano il contrario) avevo infatti iniziato a pubblicare in modo un po’ disparato alcune correzioni; l’idea di riunirle era venuta ad un paio di studenti e ad un collega, in vista degli esami di allora. Anche se su questo sito non ci sono cookie né contatori, per altre vie ho avuto indicazioni del fatto che è stato visto non solo dai nostri bigatt comaschi ma anche da colleghi e docenti sparsi in molti posti.

Nel frattempo il materiale è molto cresciuto, e adesso ho pubblicato la seconda edizione, che è più che raddoppiata. 116 pagine. La copertina è rimasta ad imitazione dei volumetti per autodidatti dell’800, con una vaga ironia (?) sul fatto che certi libri e  metodi didattici, che mi capita di incontrare, avrebbero un bel vantaggio se fossero aggiornati  e pertinenti almeno come quei libretti là…

Diciamolo, oltre la copertina è un caos inguardabile, perché è semplicemente un copiaincolla di materiali sparsi lungo quasi un decennio e per almeno 30 classi diverse. Ma non ho ancora trovato un volontario che me lo sistemi in cambio di un 10 …

Nel 2015 era uscito il 14 giugno, maturità dell’anno, 75° di Francesco Guccini: la dedica è rimasta a Lui.


In compenso quella che si sta per svolgere potrebbe essere l’ultima terza prova scritta. Meno male, perché vent’anni fa era un’idea bellissima, ma il magma viscoso e marcescente del sistema scolastico l’aveva fatta diventare tutto il contrario di quel che doveva essere.

Qui quel che ho scritto nel volumetto di cui sopra, presentando le ultime due “simulazioni”:

Anche questi due testi usano una forma di “tipologia B” che io personalmente non ho mai condiviso ma che gli studenti, il più delle volte, hanno evidentemente accettato.

Mi sorprende, perché in tutti i casi in cui, per tanti anni, gli è stata offerta la possibilità di confrontare metodi alternativi, questa era regolarmente la “tipologia” che portava a risultati più insoddisfacenti: ma chi sono io per trarre le logiche conclusioni?

Ad ogni buon conto, la terza prova d’esame, interdisciplinare e descrittiva del percorso della singola classe, come era stata originariamente progettata vent’anni fa, era una novità rivoluzionaria nel senso della “scuola dell’autonomia e delle competenze” e dava senso all’esame di stato come veniva allora ridisegnato.

Fin da subito era stata invece snaturata con la formuletta delle “tipologie” e delle domande monodisciplinari, segno che certi meccanismi del nostro sistema scolastico sanno creare degli anticorpi che respingono qualsiasi tentativo di miglioramento. Quest’idea brillante si era così ridotta a quello che qualche giornalista povero di spirito aveva ribattezzato “quizzone”, termine che ho sempre odiato.

Il fatto che – salvo ulteriori variazioni – dall’a.s. 2018/19 essa verrà abolita, è triste per chi ci aveva sperato, ma almeno ci libera da un peso inutile.

Per ulteriori chiarimenti, tra altre possibili indicazioni, ne avevo scritto qui. http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2016/6/26/MATURITA-2016-Terza-prova-fra-tipologie-e-quizzone-il-consiglio-Ascoltare-bene-le-domande/712468/

(e c’è anche una chiara indicazione del posto che attende chi ha inventato termini come  “quizzone” e “tipologgia” … pronunciato così come m’ha imparato mio cuggino).

 

p.s.: al più presto faccio il mirror del pdf anche qui, visto che mi sembra meglio indicizzato

Foto su tessuto (#Setificio150 e Pistoletto)

Da qualche giorno, nel corridoio del Setificio di Como ci sono esposte alcune mie foto,non una mostra in senso stretto ma una mostriciattola occasionale in cui ci sono due elementi di interesse:

  • invitare gli studenti a insistere con le ibridazioni fotografiche in fase di ripresa
  • allargare la tavolozza delle ibridazioni alle potenzialità di stampa su tessuto, con qualità (quasi) fotografica.

Qui vediamo un paio di inquadrature:

sopra: il restyling in occasione della festa di fine anno – sotto, la versione studiata con gli studenti che però era troppo “ballerina”

l’uomo degli spilli

 

Il testo delle didascalie è questo:

1868 – 2018
Municipio di Como, 5 Aprile

Il 150° di apertura del Setificio viene celebrato nel salone d’onore di Palazzo Cernezzi.
Le foto della cerimonia che presentiamo qui proseguono una ricerca sulla ibridazione nella fotografia, mescolando tecniche,  apparecchi, stili visivi e tecniche di stampa, analogico e digitale, che al Setificio stiamo svolgendo da alcuni anni.

Foto ed elaborazione grafica: Sergio Palazzi

TECNICHE DI RIPRESA:
Rolleicord Vb, adattatore 16 pose, ob. Schneider Xenar 75 mm/ 3.5. Flash elettronico. Pellicola Bergger Pancro 400, sviluppata in D76.
Inquadratura, illuminazione e resa tonale cercano di riprendere l’estetica delle foto di cerimonia degli anni ’60, come se le avessimo scattate in occasione del centenario nel 1968.
Le fotocamere meccaniche lasciano spesso nell’immagine un proprio
marchio di fabbrica: la cornice con i “cornetti”, volutamente  riportata, è il segno tipico di una TLR Rollei con adattatore 4.5×6.
La pellicola, di ultima generazione, consente di controllare una scala tonale molto ricca e morbida, compensando la durezza della illuminazione frontale.
Qualche idea lanciata a chi studia fotografia, per cercare percorsi visivi che si stacchino dall’omologazione digitale e dagli “effetti” standard, già preconfezionati nei sw commerciali.

ELABORAZIONE E STAMPA:
Il negativo è stato scandito con un Epson V700 e Silverfast 8.8, alla risoluzione di 2400 dpi / 8 bit.
Per il ritocco, il bilanciamento e l’impaginazione sono stati usati solo SW open source: Irfanview e Scribus.
La stampa è stata realizzata per trasferimento termico a  sublimazione su raso di PET da 208 g/m², presso il laboratorio Pizzala del Setificio.
La carta transfer è stata stampata sulla Mimaki JV 150/160  dell’Istituto, con inchiostri in quadricromia base.
Una ulteriore ibridazione del percorso ricollega quindi queste immagini a ciò che il corso di Sistema Moda sta sviluppando per la sostenibilità e la tracciabilità della produzione tessile: la successiva evoluzione sarà l’uso di PET riciclato 100% che, abbinato alla stampa a sublimazione, consente l’impatto ambientale di gran lunga minore tra tutti i processi per ottenere tessuti stampati, anche per immagini di qualità prossima alla stampa fotografica.

Gear Gallery:
La Rolleicord Vb con adattatore 16p. Anche se sono ancora  reperibili i flash a lampade al magnesio usati fino agli anni ’70, si è optato per un flash elettronico compatto.
La Canonet 17QL, ob. 40 mm/1.7, usata per ulteriori riprese non inserite in questa mostra, oltre che per le foto in luce ambiente scattate alla conferenza di M. Pistoletto del 5 aprile, esposte nel seguito in corridoio.
Un selfie della Pentacon Six TTL con Flektogon 50 mm/4 CZJ e fisheye Zodiak 30 mm/3.5, usata per le prime riprese della mostra
“Afrodite allo Specchio”, che introduce nelle nostre visioni ulteriori ibridazioni.

Le foto possono essere viste in orario di apertura della scuola (fino al 15.6 l’orario di servizio si prolunga a sera inoltrata, poi in orario diurno); al momento non è indicata una scadenza.

Si ringraziano il Preside, i tecnici (Marcello Casati per primo), le classi 4 Serale e 3M1M dei corsi Sistema Moda del Setificio… perchè la chimica è di moda, sempre!